top of page
LOGO AC 2022.jpg
  • Facebook Social Icon

Visita la pagina facebook dell'A.C. San Domenico!

Echi dal Campo diocesano Giovani 2022

  Ecco alcuni appunti di Chiara, una giovane di San Domenico, al ritorno da un campo-scuola diocesano Giovani cui ha partecipato l’estate scorsa, dall’8 al 13 agosto, a Palermo.

​

   È stata un'esperienza stupenda che consiglio a tutti i giovani! Eravamo un gruppo di 27 ragazzi e non ci conoscevamo;  siamo tornati sei giorni dopo come amici che hanno condiviso tutto: gioia, risate, paure, insicurezze, momenti di svago e di confronto su tematiche importanti come la legalità e la giustizia.

​

    Sono tornata diversa come persona: da un lato più motivata e con una maggior consapevolezza, dall'altro con più domande che, lo so, mi serviranno, a crescere sia dal punto di vista personale che spirituale. Per tutto questo devo ringraziare: in primis i miei compagni di campo che mi hanno compreso subito e mi hanno insegnato molte cose; poi le testimonianze e le storie dei personaggi che per amore per la loro città, nella fedeltà ai propri valori e con una grande forza d’animo, hanno saputo dare la vita per ciò che credevano: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Don Pino Puglisi, Letizia Battaglia, Libero Grassi, Peppino Impastato, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella e Rosario Livatino; e per ultimo, ma non per importanza, le persone del posto: abbiamo incontrato diverse cooperative e associazioni che per ridare vita e speranza a giovani e bambini di Palermo stanno facendo molte cose belle. Ringrazio quindi il Progetto Policoro, la Cooperativa Terradamare, il Centro di Accoglienza “Padre Nostro” e tutte quelle persone che abitano in questi luoghi e che abbiamo conosciuto per caso: ci hanno accolti e ci hanno raccontato un po' di loro. Tra queste vi sono gli artigiani della caramelleria Terranova, Pippo, il migliore amico di Don Pino Puglisi, e i bambini del centro estivo gestito dai giovani dell'associazione “Padre Nostro”.

campo diocesano 2022.jpg

   "Nessuno ci chiederà mai quanto siamo stati credenti, ma credibili": questo era lo slogan del campo. Auguro a tutti di prendersi del tempo per riflettere sul perché facciamo quello che facciamo, per confrontarsi con qualcuno che possa capirci, dare consigli e aiutare a rispondere a domande che sembrano non avere risposte; io le ho trovate grazie a quelle 27 persone meravigliose, e vi giuro che è una cosa bellissima!” .

 

   Grazie Chiara !

Andate dunque-2022-23.jpg

Andate dunque

   Lo slogan che ci accompagna in questo anno associativo è “Andate dunque!” (Mt 28,16-20). Questa è l’esortazione che Gesù, il risorto, consegna ai discepoli dubbiosi e disorientati, prima di salire al cielo, esortandoli a togliere gli ormeggi delle loro paure e ad andare a raccontare al mondo la novità e la bellezza di una vita vissuta alla sequela del Signore.

​

  “Andate dunque” è l’invito che risuona anche oggi per noi: allargate i vostri orizzonti, andate. Dove? Nei luoghi della vostra quotidianità, verso le sfide del nostro tempo, senza illusioni o pregiudizi; andate incontro ai più fragili e a quanti si sentono soli; andate per accogliere, per farvi prossimi, per amare, senza chiudervi in voi stessi e nelle vostre certezze.

 

   “Andate dunque”, pur con i vostri dubbi e fragilità. “Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.

Ragazzi che squadra-2022-23.jpg

Ragazzi, che squadra!

  Gli sport di squadra sono l’ambientazione e il filo conduttore del percorso ACR di quest’anno: i ragazzi scoprono l’importanza di “fare squadra” e “fare gioco di squadra”, mettendo a frutto i loro talenti e sforzandosi di dare il meglio di sé, in sintonia con gli altri, per scendere in campo, per giocare, per  vincere, ma soprattutto per divertirsi e per stare bene con gli altri -  compagni e avversari - nel rispetto di regole comuni.

 

   Solo insieme possiamo vincere, possiamo cioè realizzarci nella pienezza e nella gioia. Nello sport come nella vita.

 

   Il gioco di squadra e la collaborazione sono indispensabili anche nella grande famiglia che è la Chiesa dove carismi diversi compongono una sinfonia e una comunione di bene, nel nome di Gesù.

Adesioni 2022/23

Insieme, l’unico modo per ricominciare

   Anche quest’anno ritorna il tempo di dare o rinnovare l’adesione all’AC. L’immagine scelta dalla campagna nazionale adesioni 2022/23 mostra alcune mani che si stringono, le une con le altre, per raccontare che l’Azione Cattolica è “tutti per uno e uno per tutti”, più persone, generazioni diverse che camminano insieme, nella condivisione e nell’aiuto reciproco. Questa è la risorsa che ci permette di ripartire e di ricominciare anche quest’anno, dopo un periodo complicato.

 

  Vogliamo sperimentare e vivere il gusto del condividere con tutti quelli che incrociamo nella nostra quotidianità: familiari, amici, associati, simpatizzanti, alleati, compagni di viaggio, vicini di casa, colleghi di studio e di lavoro…

​

   Aderire all’AC  significa dire: “Ci sono, sono pronto/a a dare il meglio di me, non per rinunciare a qualcosa di mio, ma per arricchire me e gli altri, in un percorso associativo (e non solo)”.

Adesioni_2023.jpg
Immagine 1.jpg

​

“L’Azione Cattolica Italiana persegue le proprie finalità attraverso un progetto formativo unitario e organico che offre ad ogni persona, con la partecipazione alla vita associativa, un accompagnamento finalizzato alla crescita di una matura coscienza umana e cristiana, grazie a percorsi permanenti, organici e graduali, attenti alle diverse età, alle condizioni e agli ambienti di vita, ai diversi livelli di accoglienza della fede”.

(Dallo Statuto ACI, articolo 13)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

​

Due parole sull’educatore di AC

Ogni attività e proposta associativa, ogni cammino di gruppo di ACR o di AC non sarebbe possibile senza una figura fondamentale, ossia l’educatore di Azione Cattolica, detto anche spesso animatore (o accompagnatore, se affianca un gruppo di adulti).  Chi sono gli educatori di AC? Che cosa fanno concretamente? Spediscono lettere e inviti, organizzano e propongono a bambini, a ragazzi o a giovani giochi, attività e iniziative allegre, fantasiose e stimolanti, gestiscono un gruppo e “animano” gli spazi della parrocchia… forse questo è il dato più evidente, che è sotto gli occhi di tutti.  

Però compito essenziale dell’educatore (e di una équipe di educatori) è prendersi cura dei ragazzi o dei giovani che sono stati affidati dalla comunità, accompagnarli lungo un tratto di strada, camminare insieme in un percorso di fede che porta all’incontro con il Signore. L’educatore prende per mano, procede di fianco, davanti quando serve, ma non si sostituisce mai a chi sta accompagnando perché incontrare Gesù è un’esperienza personale, che ciascuno vive nel proprio cuore, nel silenzio della coscienza e in piena libertà.

All’interno di una relazione un educatore si impegna a “tirare fuori” dal ragazzo o dal giovane il bene che è seminato in lui, a far emergere la sua identità più vera e profonda che non è altro che il volto di Gesù, custodito dentro ogni persona. Un educatore propone, suscita, fa intravedere dei valori, sostiene nelle scelte di fede e di vita, ma sa stare nell’ombra per non ostacolare l’azione dello Spirito e per non interferire nella libertà di chi sta percorrendo un cammino di formazione.

Un educatore, un giovane formato e tuttavia sempre in cammino, assume un compito così alto, importante, prezioso e delicato, non per iniziativa personale, ma su mandato della comunità di cui fa parte, su incarico dell’associazione di cui è espressione, impegnandosi, con l’aiuto dello Spirito, a seguire Gesù e a trovare tempo per stare con Lui, mettendo assieme fede e vita, curando la propria formazione  e collaborando con tutti coloro che si spendono per la formazione nel contesto comunitario.

bottom of page